mercoledì 4 luglio 2012

House 2004-2012



Voglio essere breve.
L'ultimo episodio mi ha fatto veramente pena. In certo senso è quanto di più Housiano avessero potuto fare... ma allo stesso tempo non lo è.
I finali con le canzoni e da quando hanno iniziato ad inserirli che li odio. 
Ed il messaggio conclusivo che io ho percepito non mi è piaciuto affatto.

Tuttavia, un'altra delle mie serie preferite si è conclusa (già da un po' in verità). 
Meglio così piuttosto che farla diventare uno zombie catodico (anche se ormai abbiamo solo schermi piatti).

Quindi... Grazie. 
Grazie agli attori, grazie agli sceneggiatori, ai registi, ai consulenti, allo staff ed ai produttori.

Stacco. Primo Piano di House con quel suo sorriso strafottente.
Dissolvenza in nero.

Fine.

martedì 3 luglio 2012

Tifosi


Premessa: a me il calcio non piace. Per niente.
Ci ho provato, giuro! Fin da bambino. Ma quella volta che, indecisi su che ruolo affibbiarmi, mi dissero: tu fai l'arbitro; capì che quello sport non faceva per me.
Così mi sono messo l'animo in pace.
Non che ci sia voluto molto per la verità.

Però... Però, ci sono dei momenti in cui evitare il calcio è particolarmente difficile.
Sto parlando soprattutto degli eventi dove gioca la Nazionale. Quei momenti dove chiunque si riscopre all'improvviso tifoso, esperto di calcio e si ricorda quando, da piccolo, andava tutti i giorni a giocare al pallone al campetto e gli piaceva così tanto che da grande avrebbe voluto fare il calciatore.


Ed è proprio di loro che vorrei parlare. Perché se è vero che il calcio non mi piace i tifosi invece sono tutta un'altra storia. Ne esistono di diversi tipi e sono tutti molto particolari, chi più e chi meno.
Non frequentando l'ambiente sono sicuro me ne manchi qualcuno ma grosso modo i tipi di tifosi che mi è capitato di vedere sono:


Il patriota. 
Ok, scordiamoci Mel Gibson per un momento... 
Fatto? Bene, proseguiamo.
Il patriota spunta solo quando gioca la nazionale. Annulla o cambia tutti gli impegni. Monopolizza tv e telecomando di casa. Organizza ritrovi al bar o davanti ai maxi schermi. Un unico intento: seguire le gesta della squadra nazionale. Non capisce un accidente di calcio e di solito se può lo evita preferendo una commedia o qualche replica di serie tv.
Ma quando gioca la nazionale all'improvviso si trasforma. 
Qualcosa nel corredo genetico lo rende esperto di cross, fuorigioco e recuperi. Tanto da dispensare consigli e trepidare per le sorti della partita. 
La vittoria per il patriota è una pure questione di orgoglio nazionale. Insieme alla sua squadra vince o perde tutta la nazione e lui con essa. Ne va dell'onore della madrepatria. Una faccenda seria insomma. E non importa se tra qualche settimana non si ricorderà nemmeno con che squadra è stata disputata la finale. L'importante è che la propria nazione ne esca vincitrice

L'esperto.
L'esperto gioca a calcio, calcetto, calcio balilla o spesso a tutti e tre.
L'esperto conosce le regole e i termini tecnici.
L'esperto sa i nomi di tutti i giocatori, dei membri dello staff e pure di tutte le ex fidanzante dell'attaccante di punta.
L'esperto commenta tutta la partita, in modi che nemmeno il radiocronista ufficiale si sognerebbe mai di fare. L'esperto non si limita a descrivere le azioni dei giocatori. L'esperto le prevede!
Lo potete vedere come si tende un attimo prima del gol annunciato o come si rilassa quando nota che l'angolazione del piede produrrà un tiro che, inevitabilmente, sorvolerà la traversa. Di venti centimetri buoni.
All'esperto non interessa che la squadra vinca o perda. All'esperto interessa che la squadra giochi bene.
Infatti se la squadra vince sarà perché ha giocato in maniera superba. Una spanna sopra gli altri nonostante quei dieci minuti di sofferenza all'inizio del secondo tempo.
Se la squadra perde, invece, non avrà importanza. Perché comunque ha giocato benissimo e si è difesa al massimo delle sue possibilità, per questo le devono venire tributati massimi onori per la vittoria morale.

Il cafone.
Il cafone insulta i giocatori. Tutti. I propri o gli avversari non fa differenza Lancia una vera e propria salva di  insulti verso il televisore come se i suoi improperi potessero essere trasmessi via etere ai giocatori.
Se il soggetto è dotato di grande inventiva conierà insulti personalizzati a seconda delle caratteristiche fisiche, della provenienza o delle azioni meno fortunate del giocatore. La maggior parte però si limita a snocciolare un insulto dietro l'altro, come se il giocatore potesse udirlo e vergognarsi del proprio gioco e migliorarlo di conseguenza.
Può capitare che i cafoni si uniscano in branchi presso bar, feste di paese o posti dove qualcuno tira un paio di calci ad un pallone. L'effetto è più o meno quello di un plotone d'esecuzione solo che al posto di pallottole volano parolacce.
Per il cafone alla fine della partita la squadra avrà sempre giocato malissimo. Se ha vinto, sarà immeritato e tutto frutto di incompetenze arbitrarli, inettitudine della squadra avversaria o pura e semplice fortuna. Se ha perso è solo quello che si merita così impara a giocare così di merda.

L'appassionato.
L'appassionato vive per la sua squadra del cuore ed ovviamente per la nazionale che è la Sua Squadra per definizione. L'appassionato possiede diversi gadget a tema. Magliette, sciarpe, bandiere, ciabatte, lenzuola, tazze, orologi e via dicendo.
L'appassionato riesce a creare una sorta di legame empatico a distanza con ognuno dei giocatori della Sua Squadra. Lo potete vedere con una smorfia di dolore quando un giocatore subisce un infortunio. Oppure potete ammirarlo scaldarsi quando uno dei giocatori viene "ingiustamente" ammonito, o persino espulso, dall'arbitro.
In compenso ad ogni gol è una molla! Scatta in piedi e urla. Urla come se un branco di coboldi affamati gli stessero divorando il polpaccio. Si dice che se un gruppo di appassionati esulta in Europa, in Kansas si formi un potente uragano (questo fenomeno è stato chiamato l'effetto tifoso e condivide gli stessi principi del più noto effetto farfalla).
Da notare poi come l'appassionato abbia l'abitudine di parlare al plurale, come se fosse stato anche lui in campo. Lo si può udire subito dopo la partita dire in giro frasi come: abbiamo vinto di brutto; oppure abbiamo perso ma abbiamo giocato benissimo.
Ma in realtà all'appassionato non interessa realmente che la squadra vinca o perda. Perché comunque vada, alla prossima partita lui sarà li a dare tutto il suo supporto alla Sua Squadra del cuore.

E queste sono solo quelle in cui mi capita di imbattermi più spesso qui da noi.
Non so se anche negli altri paesi funzioni allo stesso modo. Anche se sono abbastanza convinto che le differenze non siano poi molte.
Certo è che un paio di queste categorie proprio non le capisco. Davvero. Non ce la faccio.
Comunque prima che qualche animo si scaldi non preoccupatevi.
Lo strano sono io, lo so.


Image by hckygyg

giovedì 22 dicembre 2011

Come sopravvivere al Natale e vivere felici.



C'è chi il Natale lo adora e lo aspetta come un bimbo che da giorni punta i pacchetti che si trovano sotto l'albero addobbato. E c'è anche che il Natale non lo sopporta e lo evita come il vaiolo (n.b. la peste si è presa qualche giorno di ferie) tenendo un basso profilo e sperando che tutto passi il più in fretta possibile.

Che apparteniate all'una o all'altra categoria, le prove che sarete chiamati ad affrontare di solito sono sempre le stesse per tutti:   

          I regali;
          I parenti;
          Il pranzo (o la cena).


I regali.

La cerca dei regali non è cosa da affrontare a cuor leggero. Un impresa degna di Artù e dei suoi cavalieri, che a confronto cercare il Santo Graal è una passeggiata.

Per prima cosa bisogna organizzarsi per tempo. Code chilometriche e poca scelta attendono gli sprovveduti che aspettano gli ultimi giorni per mettersi in regola.

Ma anche i più organizzati che cominciano per tempo avranno di che patire... con ogni probabilità qualsiasi oggetto loro possano ritenere appropriato per una persona verrà relegato nel limbo dei regali. Quel posto dove si nascondo tutti i doni dei natali passati, presenti e futuri. Stipato tra quel dipinto art déco, che diciamocelo: i dipinti non ci sono mai piaciuti, e poi... cos'è l'art déco? E quel set da black jack, completo di panno verde e fiches che fa tanto Las Vegas, ma a cui nessuno vuole mai giocare.

Si dice che esistano delle persone che riescano in autonomia a trovare regali azzeccati per i propri cari... Me lo hanno raccontato i coccodrilli bianchi delle fogne di New York.

In conclusione, è una partita persa in partenza... quindi prendete la prima cosa che vi capita. Se piace bene altrimenti... bè il limbo dei regali è sempre accogliente...
Se per caso doveste trovare il Sacro Graal, ricordate di non regalarlo alla nonna come porta dentiera.

I parenti.

L'assedio dei parenti è una faccenda piuttosto seria. Persone che magari vedi solo in occasione di eventi ufficiali, di solito una volta all'anno (indovinate quando?) si insediano a casa tua, comportandosi come se fosse casa loro e alla fine ti tocca pure pulire quando se ne vanno ( a meno di sorelle, o cugine così gentili da darti una mano).

La questione è delicata soprattutto per i nipoti dei suddetti parenti che si vedono bersagliati da tutto un repertorio di domande o affermazioni imbarazzanti.
Allora? C'e l'hai il fidanzato?
Ma come? Nemmeno quest'anno? Io alla tua età ne impalmavo una dietro l'altra!
Quindi? Quando vi sposate?
Dai, vai in braccio allo zio così magari viene voglia anche a lui di farne uno.
Bello si... ma ci vorrebbero proprio dei nipotini. (segue occhiata implorante).

C'è ne per tutte le età. E non ci si può scampare. E allora via con i sorrisini di cortesia, i ci stiamo pensando, i vedremo e i magari l'anno prossimo.

Finito l'interrogatorio, oltrepassato il pranzo (o la cena), di cui parleremo dopo, espletato lo scartamento dei doni... si arriva al terribile momento dei giochi di società.

Ogni famiglia ha i suoi... si va dal mercante in fiera, ai torneoni di scala 40 passando per un meno scontato risko! finendo con un più fanciullesco nomi-cose-fiori-frutta-città (a proposito se questo gioco ha un nome proprio, vi prego di farmelo sapere). 

Ma il principe dei giochi natalizi è sempre lei: la Tombola. 

Ora, la tombola io la odio. Penso che ci possano essere pochi giochi più noiosi ed uno è contare le piastrelle mentre aspetti il treno. Ma è una tradizione e così a molti tocca. 
Di solito alla Nonna spetta il compito di estrarre i numeri accompagnati da detti che circa sessantanni fa erano divertenti... cioè ammoderniamoli un po' per lo meno. 
77 le gambe di Belen...
47 Andreotti che parla...
Cose del genere, insomma. Comunque a me rimane da capire cosa ci sia di divertente nella tombola.

Sfuggire ai parenti è difficile... richiederebbe un cambio di identità o almeno un trasloco lampo. Le tattiche migliori sono inventarsi una marea di balle che magari facciano anche un po' scalpore per ravvivare la giornata.
Allora tesoro, c'è l'hai il fidanzato?
No, zia. Sono lesbica.

E quando, scatta il momento ludico, fingere stanchezza per via della laboriosa digestione del pasto e ritirarsi a giocare con qualche console portatile.

Il pranzo

Il pranzo o la cena, ma per noi è indifferente, è il colpo di grazia. Tutto si gioca sul cibo.
Immaginate. 
Arrivate stremati dalla ricerca e dall'impacchettamento dei regali.
Resistete a fatica all'assedio dei parenti.
Siete già sfiancati. La volontà è in vacanza, lei che può, e voi siete in balia dello stomaco.

Il pranzo di natale è l'unico pasto dell'anno i cui si deve obbligatoriamente mangiare antipasto, primo, secondo, contorni vari, frutta, dolce, caffè, dolce, caffé... ripetere at libitum.

Ovviamente non in porzioni modeste per riuscire a far stare tutto nello stomaco.
No. 
La porzione di ogni portata è quanto meno doppia, se non tripla. A volte perfino quadrupla!

E non  ti puoi rifiutare. Non vorrai mica offendere la zia che ha preparato i cannelloni, no?
Sono tutti li che ti fissano. 
Il tuo piatto è ancora immacolato. 
La zia ti guarda e ti esorta a provarne almeno un po'.
Tu madre ti guarda con quello sguardo che ti intima a smettere di farle fare figure perché sei la pecora nera della famiglia.
E tu, rassegnato, acconsenti.

Dopo il terzo piatto di cannelloni di solito non ti ricordi più cosa succede e ti risvegli mentre stai giocando a tombola!

Quello che potete fare in questi casi è limitato solo dalla vostra fantasia. Quello che segue è solo un esempio.
Potete arrivare in ritardo per saltare gli antipasti. 
Fingere un'allergia al glutine (con buona pace di chi lo è davvero, non ve la prendete ma è questione di sopravvivenza) saltando tutti i primi.
A questo punto per i secondi saranno un gioco da ragazzi.
E se volete ci sta pure un po' di dolce.

In alternativa, potete preparavi con una settimana di ascetico digiuno... ma questo è per gente intrepida.


La verità è che il Natale è una roba seria e non va affrontato alla leggera. Quindi state accorti e non esitate a fare di tutto pur di salvaguardare la pellaccia.

E allora Buon Natale a tutti!
Image by Ambro / FreeDigitalPhotos.net

mercoledì 23 novembre 2011

Lost in google


Non ho avuto il tempo di documentarmi a dovere sul fenomeno delle web series. Dato che ho provato il desiderio compulsivo di segnalare subito questa serie web.

Lo spunto è tanto semplice quanto geniale e maledettamente web oriented. Ma non vi dico quale è così ve l'andate a guardare, che ci sono modi decisamente peggiori per spendere dieci minuti.
Per ora ci sono solo due azzeccatissimi episodi. Spero che gli altri rimangano sullo stesso tono.

Unica pecca l'audio. Già io non sono noto per il mio fine udito, ma in questi filmati l'audio è davvero un po' troppo scadente.

Ad ogni modo un +1 per i the Jackal continuate cosi. 

Mentre al resto del web dico solo una cosa: commentate!


domenica 6 novembre 2011

Valgard 2


Ecco il primo posto sugli acquisti Lucchesi.
Cominciamo da Valgard.
Anzi prima di parlare di Valgard vorrei parlarvi di Michele il suo autore.
Io e Michele ci vediamo solo alle fiere e non abbiamo mai occasione di scambiare più di quattro parole. E questo nonostante siamo delle stesse zone e frequentiamo la stessa fumetteria... che poi, per noi, solo fumetteria proprio non è.

Comunque.
Michele, dicevo. Michele mi sta parecchio simpatico e quando lo incontro lo faccio molto volentieri. Ed è con lo stesso piacere che ho acquistato Valgard. Ma non l'ho preso solo perché Michele mi sta simpatico. L'ho comprato soprattutto perché Valgard è divertente.
Mi piace molto il fumetto umoristico, ed è mio grande rammarico non saper disegnare abbastanza bene da poter realizzare storie come quelle di Valgard e Flauer. Meno male che ci pensa Michele a farmi passare la tristezza.

Ma parliamo finalmente di Valgard e Flauer, si perché con una modica spesa vi portate a casa sia gli spassosi corti di Valgard che le esilaranti ed irriverenti vignette di Flauer.
Ma vediamoli uno per uno.
Valgard lo potete vedere nella copertina poco sopra. Grande, grosso e vigoroso ma comunque capace di farci sorridere. Adoro il mix tra fantasy ed umoristico e Valgard è un ottimo rappresentante di questo connubbio... soprattutto grazie alla sua virile sfortuna col gentil sesso. Ma non vado oltre alla descrizione, se volete dare un senso alle mie criptiche parole compratevelo perché merita.

Flauer. Ecco, Flauer è il mio preferito, con buona pace di Valgard. Frizzante, irriverente, divertente. Davvero, è uno spasso. Questo piccolo fiorellino è capace di combinarne di tutti i colori. Le vignette di Flauer sono migliorate rispetto al numero uno e questo non può che farmi piacere. Non vedo l'ora di leggerne ancora.

Menzione d'onore a Michela che ha colorato la prima storia di Valgard. Oltre alla bellissima illustrazione la cui stampa si poteva acquistare allo stand a Lucca. Davvero complimenti.

Quindi, se volete un consiglio compratelo perché merita davvero.
Opening image by comixrevolution.