giovedì 22 dicembre 2011

Come sopravvivere al Natale e vivere felici.



C'è chi il Natale lo adora e lo aspetta come un bimbo che da giorni punta i pacchetti che si trovano sotto l'albero addobbato. E c'è anche che il Natale non lo sopporta e lo evita come il vaiolo (n.b. la peste si è presa qualche giorno di ferie) tenendo un basso profilo e sperando che tutto passi il più in fretta possibile.

Che apparteniate all'una o all'altra categoria, le prove che sarete chiamati ad affrontare di solito sono sempre le stesse per tutti:   

          I regali;
          I parenti;
          Il pranzo (o la cena).


I regali.

La cerca dei regali non è cosa da affrontare a cuor leggero. Un impresa degna di Artù e dei suoi cavalieri, che a confronto cercare il Santo Graal è una passeggiata.

Per prima cosa bisogna organizzarsi per tempo. Code chilometriche e poca scelta attendono gli sprovveduti che aspettano gli ultimi giorni per mettersi in regola.

Ma anche i più organizzati che cominciano per tempo avranno di che patire... con ogni probabilità qualsiasi oggetto loro possano ritenere appropriato per una persona verrà relegato nel limbo dei regali. Quel posto dove si nascondo tutti i doni dei natali passati, presenti e futuri. Stipato tra quel dipinto art déco, che diciamocelo: i dipinti non ci sono mai piaciuti, e poi... cos'è l'art déco? E quel set da black jack, completo di panno verde e fiches che fa tanto Las Vegas, ma a cui nessuno vuole mai giocare.

Si dice che esistano delle persone che riescano in autonomia a trovare regali azzeccati per i propri cari... Me lo hanno raccontato i coccodrilli bianchi delle fogne di New York.

In conclusione, è una partita persa in partenza... quindi prendete la prima cosa che vi capita. Se piace bene altrimenti... bè il limbo dei regali è sempre accogliente...
Se per caso doveste trovare il Sacro Graal, ricordate di non regalarlo alla nonna come porta dentiera.

I parenti.

L'assedio dei parenti è una faccenda piuttosto seria. Persone che magari vedi solo in occasione di eventi ufficiali, di solito una volta all'anno (indovinate quando?) si insediano a casa tua, comportandosi come se fosse casa loro e alla fine ti tocca pure pulire quando se ne vanno ( a meno di sorelle, o cugine così gentili da darti una mano).

La questione è delicata soprattutto per i nipoti dei suddetti parenti che si vedono bersagliati da tutto un repertorio di domande o affermazioni imbarazzanti.
Allora? C'e l'hai il fidanzato?
Ma come? Nemmeno quest'anno? Io alla tua età ne impalmavo una dietro l'altra!
Quindi? Quando vi sposate?
Dai, vai in braccio allo zio così magari viene voglia anche a lui di farne uno.
Bello si... ma ci vorrebbero proprio dei nipotini. (segue occhiata implorante).

C'è ne per tutte le età. E non ci si può scampare. E allora via con i sorrisini di cortesia, i ci stiamo pensando, i vedremo e i magari l'anno prossimo.

Finito l'interrogatorio, oltrepassato il pranzo (o la cena), di cui parleremo dopo, espletato lo scartamento dei doni... si arriva al terribile momento dei giochi di società.

Ogni famiglia ha i suoi... si va dal mercante in fiera, ai torneoni di scala 40 passando per un meno scontato risko! finendo con un più fanciullesco nomi-cose-fiori-frutta-città (a proposito se questo gioco ha un nome proprio, vi prego di farmelo sapere). 

Ma il principe dei giochi natalizi è sempre lei: la Tombola. 

Ora, la tombola io la odio. Penso che ci possano essere pochi giochi più noiosi ed uno è contare le piastrelle mentre aspetti il treno. Ma è una tradizione e così a molti tocca. 
Di solito alla Nonna spetta il compito di estrarre i numeri accompagnati da detti che circa sessantanni fa erano divertenti... cioè ammoderniamoli un po' per lo meno. 
77 le gambe di Belen...
47 Andreotti che parla...
Cose del genere, insomma. Comunque a me rimane da capire cosa ci sia di divertente nella tombola.

Sfuggire ai parenti è difficile... richiederebbe un cambio di identità o almeno un trasloco lampo. Le tattiche migliori sono inventarsi una marea di balle che magari facciano anche un po' scalpore per ravvivare la giornata.
Allora tesoro, c'è l'hai il fidanzato?
No, zia. Sono lesbica.

E quando, scatta il momento ludico, fingere stanchezza per via della laboriosa digestione del pasto e ritirarsi a giocare con qualche console portatile.

Il pranzo

Il pranzo o la cena, ma per noi è indifferente, è il colpo di grazia. Tutto si gioca sul cibo.
Immaginate. 
Arrivate stremati dalla ricerca e dall'impacchettamento dei regali.
Resistete a fatica all'assedio dei parenti.
Siete già sfiancati. La volontà è in vacanza, lei che può, e voi siete in balia dello stomaco.

Il pranzo di natale è l'unico pasto dell'anno i cui si deve obbligatoriamente mangiare antipasto, primo, secondo, contorni vari, frutta, dolce, caffè, dolce, caffé... ripetere at libitum.

Ovviamente non in porzioni modeste per riuscire a far stare tutto nello stomaco.
No. 
La porzione di ogni portata è quanto meno doppia, se non tripla. A volte perfino quadrupla!

E non  ti puoi rifiutare. Non vorrai mica offendere la zia che ha preparato i cannelloni, no?
Sono tutti li che ti fissano. 
Il tuo piatto è ancora immacolato. 
La zia ti guarda e ti esorta a provarne almeno un po'.
Tu madre ti guarda con quello sguardo che ti intima a smettere di farle fare figure perché sei la pecora nera della famiglia.
E tu, rassegnato, acconsenti.

Dopo il terzo piatto di cannelloni di solito non ti ricordi più cosa succede e ti risvegli mentre stai giocando a tombola!

Quello che potete fare in questi casi è limitato solo dalla vostra fantasia. Quello che segue è solo un esempio.
Potete arrivare in ritardo per saltare gli antipasti. 
Fingere un'allergia al glutine (con buona pace di chi lo è davvero, non ve la prendete ma è questione di sopravvivenza) saltando tutti i primi.
A questo punto per i secondi saranno un gioco da ragazzi.
E se volete ci sta pure un po' di dolce.

In alternativa, potete preparavi con una settimana di ascetico digiuno... ma questo è per gente intrepida.


La verità è che il Natale è una roba seria e non va affrontato alla leggera. Quindi state accorti e non esitate a fare di tutto pur di salvaguardare la pellaccia.

E allora Buon Natale a tutti!
Image by Ambro / FreeDigitalPhotos.net

mercoledì 23 novembre 2011

Lost in google


Non ho avuto il tempo di documentarmi a dovere sul fenomeno delle web series. Dato che ho provato il desiderio compulsivo di segnalare subito questa serie web.

Lo spunto è tanto semplice quanto geniale e maledettamente web oriented. Ma non vi dico quale è così ve l'andate a guardare, che ci sono modi decisamente peggiori per spendere dieci minuti.
Per ora ci sono solo due azzeccatissimi episodi. Spero che gli altri rimangano sullo stesso tono.

Unica pecca l'audio. Già io non sono noto per il mio fine udito, ma in questi filmati l'audio è davvero un po' troppo scadente.

Ad ogni modo un +1 per i the Jackal continuate cosi. 

Mentre al resto del web dico solo una cosa: commentate!


domenica 6 novembre 2011

Valgard 2


Ecco il primo posto sugli acquisti Lucchesi.
Cominciamo da Valgard.
Anzi prima di parlare di Valgard vorrei parlarvi di Michele il suo autore.
Io e Michele ci vediamo solo alle fiere e non abbiamo mai occasione di scambiare più di quattro parole. E questo nonostante siamo delle stesse zone e frequentiamo la stessa fumetteria... che poi, per noi, solo fumetteria proprio non è.

Comunque.
Michele, dicevo. Michele mi sta parecchio simpatico e quando lo incontro lo faccio molto volentieri. Ed è con lo stesso piacere che ho acquistato Valgard. Ma non l'ho preso solo perché Michele mi sta simpatico. L'ho comprato soprattutto perché Valgard è divertente.
Mi piace molto il fumetto umoristico, ed è mio grande rammarico non saper disegnare abbastanza bene da poter realizzare storie come quelle di Valgard e Flauer. Meno male che ci pensa Michele a farmi passare la tristezza.

Ma parliamo finalmente di Valgard e Flauer, si perché con una modica spesa vi portate a casa sia gli spassosi corti di Valgard che le esilaranti ed irriverenti vignette di Flauer.
Ma vediamoli uno per uno.
Valgard lo potete vedere nella copertina poco sopra. Grande, grosso e vigoroso ma comunque capace di farci sorridere. Adoro il mix tra fantasy ed umoristico e Valgard è un ottimo rappresentante di questo connubbio... soprattutto grazie alla sua virile sfortuna col gentil sesso. Ma non vado oltre alla descrizione, se volete dare un senso alle mie criptiche parole compratevelo perché merita.

Flauer. Ecco, Flauer è il mio preferito, con buona pace di Valgard. Frizzante, irriverente, divertente. Davvero, è uno spasso. Questo piccolo fiorellino è capace di combinarne di tutti i colori. Le vignette di Flauer sono migliorate rispetto al numero uno e questo non può che farmi piacere. Non vedo l'ora di leggerne ancora.

Menzione d'onore a Michela che ha colorato la prima storia di Valgard. Oltre alla bellissima illustrazione la cui stampa si poteva acquistare allo stand a Lucca. Davvero complimenti.

Quindi, se volete un consiglio compratelo perché merita davvero.
Opening image by comixrevolution.

sabato 5 novembre 2011

Lucca (un post con immagini)



Lucca Comics And Games 2011. Appuntamento imperdibile ed impagabile per un sacco di gente; amanti dei fumetti, amanti dei giochi e dei videogiochi, amanti del cosplay.
Menzione d'onore ai lucchesi che vivono la loro città nonostante le torme di nerd più o meno estremi. Io non ne ho riconosciuto nemmeno uno. Di lucchese intendo, i cosplayer si riconoscono fin troppo facilmente. Se la fiera si fosse tenuta a Bergamo sicuramente i miei concittadini si sarebbero fatti riconoscere con diversi generi di commenti.
Quindi ne deduco che i Lucchesi sono anch'essi nerd talmente estremi da mimetizzarsi insieme agli altri nerd; oppure che che vivono con dignità la loro città nonostante l'assedio. Massima stima.
Man Thing tra le frasche.
Questa è stata la mia seconda Lucca. Come l'anno passato una toccata e fuga da un giorno, sempre in pullman (a proposito grazie Max) per ammortizzare le spese e potersi strapazzare a piacimento durante la fiera con la prospettiva del pisolo del ritorno.
Che dire... un giorno solo passato a Lucca durante la fiera è come prendere il solleone da mezzogiorno alle due del pomeriggio. Fai a tempo a ustionarti ma di abbronzarsi non se ne parla nemmeno.

Ad ogni modo è stata una fantastica giornata che ha visto pubblicati i miei primi fumetti. Brevi corti presenti sulla rivista Denti della Edizioni Inkiostro.
Si, lo so, questi annunci andrebbero fatti prima, con la raccomandazione di passare allo stand per acquistare gli albi. Ma tanto questo blog è seguito da pochi e quasi tutti quei pochi si sono accaparrati gli albi, quindi va bene così.
Ho avuto modo di rivedere amici che non vedevo da un po', e di conoscere le persone con cui negli ultimi due anni ho collaborato. Vedersi finalmente di persona è stata una delle esperienze più belle che abbia mai fatto. Mi dispiace che i contatti siano stati fugaci, ma ci rifaremo l'anno venturo.
Darth Maul promoter del lato oscuro della forza.
L'unico rammarico è non aver potuto vedere tutto con la dovuta attenzione. Tra una corsa ad un padiglione ed un rincorrersi tra appuntamenti mancanti o dilazionati dalla rete telefonica intasata e con diversi problemi la giornata è volata in attimo. Ho potuto acquistare solo pochi e selezionati albi (di cui vi parlerò più avanti) anche se ce ne sono stati molti altri che non ho avuto modo nemmeno di vedere.

Prima di chiudere vorrei fare un appello agli organizzatori della manifestazione, casomai passassero di qui.
Io capisco che per passare dallo spazio comics a quello games la strada più diretta è passare sotto i bastioni.  
Però... convogliare il flusso di gente che esce dal padiglione dei games da tutte e tre  le uscite nel bel mezzo del fiume umano che porta dal passaggio sotto ai bastioni all'ingresso del suddetto padiglione è semplicemente sbagliato. 
Loki mentre ci osserva astutamente.
Chi arriva si trova davanti uno sbarramento di gente che non sa bene da che parte andare.
Chi se ne va si trova a dover diventar storione e risalire la corrente per ritornare ai padiglioni dei comics o alla cittadella.
Davvero, non si può fare altrimenti? Davvero è questa la soluzione migliore? Io ne dubito ma vedremo l'anno prossimo.

Scuotivento segue le orme di duefiori e fa il turista.
Bene. Il post c'è. Le foto pure. Volevo solo ringraziare i presenti, tutti i presenti. Un po' mi dispiace per i lucchesi ma se non ci fosse tutta questa gente credo che la fiera perderebbe gran parte del suo fascino. O forse gran parte del fascino che ha su di me.

Opening image by linchetto73.

lunedì 3 ottobre 2011

martedì 12 luglio 2011

Cars 2


Bello.
Si sa... in fin dei conti io sono di gusti larghi ma a me Cars 2 è piaciuto.
Non come il primo però. E nemmeno come altri lavori della Pixar.

E pensare che c'era tutto, ma proprio tutto.
I personaggi, da quelli vecchi ed immancabili a quelli nuovi e stilosi. La storia impeccabile anche se forse un pochino piatta. Il messaggio sull'amicizia splendeva in quasi ogni fotogramma. Cricchetto ha pure avuto la promozione a vero protagonista... si, perché in questo Cars 2 Saetta viene decisamente surclassato da Carl Atrezzi.

Quindi cosa c'è che non mi ha proprio convinto?
Tralasciando la rappresentazione dell'Italia e degli italiani che è solo quello che, purtroppo, ci meritiamo per aver compiuto determinate scelte (e mi riferisco sempre all'ambito cinematografico, sia chiaro).

Ecco, tralasciando questo credo che mi sia mancata la magia che solitamente mi trasmettono i film della Pixar. Non che il film sia stato noioso... ma quando è finito non ho sentito il bisogno di averne ancora.
Non ho provato quella difficoltà ad abbandonare il mondo di sogno per rientrare nel mio che solitamente mi danno i film che mi piacciono.

Peccato.

Però fin che il film è durato me la sono goduta!

venerdì 17 giugno 2011

Alternative.


La vita è fatta di scelte, non sarò certo io a negarlo.
Ci sono scelte difficili, ed altre facili. Si possono operare scelte coraggiose, oppure altre più caute. Alcune portano al successo, o quantomeno alla realizzazione dei nostri desideri, altre invece ci allontanano dai nostri sogni.

Ad ogni modo si può sempre scegliere...

O perlomeno così si dice.

Non che non sia d'accordo... solamente che... ecco, è quel sempre che mi lascia perplesso.

A volte capita. Arrivi ad un bivio: da una parte la strada che ti ha condotto qui prosegue a perdita d'occhio.
Dall'altra un profondo dirupo ti separa dalla tua meta. La puoi vedere in lontananza.
La  guardi e sai che è proprio li che devi andare.
Dovresti solo... saper volare.

Quindi intristito, riprendi il tuo cammino. Pregando di trovare un'altra strada più avanti... e magari anche delle ali.
E non ti puoi lamentare: in fin dei conti nessuno ti ha obbligato a riprendere il tuo solito cammino...
Certo, vista l'alternativa...

mercoledì 15 giugno 2011

Piccoli Dei


Tartarughe Divine
di Terry Pratchett
Edizioni Salani.

Mi ero ripromesso di leggere tutto il libro prima di fare questo post, e così ho fatto.

Ora, io non sono questo gran fanatico delle traduzioni.
Immagino che il lavoro del traduttore possa non essere semplice, soprattutto quando si traduce Pratchett.

Credo che gli editori sappiano fare il proprio lavoro e capisco che il mercato editoriale possegga le
proprie logiche. Non ho la più pallida idea di quali siano ma ci devono essere. In fin dei conti le scelte che compiono gli editori si devono pur basare su qualche cosa, no?

Posso, altresì, immaginare come si abbia potuto ottenere il titolo "Tartarughe Divine" da "Small Gods" (per i menoanglofoni "Piccoli Dei").

Quello che proprio, non riesco a capire è se ce n'era realmente bisogno.

Davvero.

Cosa ha che non va Piccoli Dei?
Potrebbe risultare offensivo?
E nei confronti di chi?

Sono passati diciannove anni dalla prima edizione (era il 1992) e non mi sembra si sia lamentato nessuno.

Se qualcuno ha buon cuore mi spieghi, per cortesia:
Perché Tartarughe Divine?

Image by Rami

mercoledì 16 marzo 2011

Prefazione.


Amo le prefazioni.
Soprattutto quelle scritte dall'autore. Ed in particolar modo quelle dove l'autore condivide con noi un particolare aneddoto legato alla realizzazione della sua opera. Un pensiero, una sensazione, un ricordo; o, solo, come è cambiata la sua vita dall'inizio dei lavori.

Mi sono sempre immaginato che queste prefazioni vengano scritte a posteriori, ma non mi sono mai preso la briga di verificarlo. Forse perché, questa convinzione, mi trasmette quella dolce malinconia che io credo abbia l'autore mentre saluta il frutto della sua fatica prima che questa affronti il mondo.

Per un blog è differente. La prefazione si scrive prima. Davvero!
E qui viene il difficile. Ancora non ho nulla di divertente, o di riflessivo, da raccontarti.
Potrei, quindi, fare come chi dichiara il motivo per cui ha aperto un blog.
O come chi preferisce spiegare il significato del nome (specialmente per quelli più criptici).
Oppure come altri ancora che illustrano i contenuti di cui tratterà il blog.

Io, invece, vorrei solo invitarti ad accompagnarmi in questo viaggio, se ti va.
Senza impegno e senza fretta, un post dopo l'altro molto tranquillamente.
Quasi...
In punta di piedi.


Image by *alicja*